giovedì 1 ottobre 2009

Attendiamo un progetto

Le elezioni europee dello scorso Giugno e le recenti elezioni in terra tedesca ci hanno confermato una cosa che, noi italiano, sapevamo già da molto tempo: la sinistra è in crisi e non sa come uscirne.
Forse noi italiani, intrisi del nostro pessimismo storico, pensavamo che solo la nostra sgangherata sinistra fosse in crisi, sottomessa e umiliata dall'impero padronale di Berlusconi, e ci aspettavamo che le ben più illuminate e vincenti sinistre europee avessero gioco facile, proprio ora che il modello neo-liberista, appoggiato dalle destre di tutto il mondo, era crollato nella maniera che ormai sappiamo bene.
Purtroppo però se sinistre, dopo la crisi del welfare state hanno puntato solamente sul fatto di essere fondamentalmente più brave a governare delle destre, senza però proporre un programma o un progetto diverso. In pratica si sono appiattite anche loro sul modello vincente del neo-liberismo, abdicando al loro ruolo originario.
Ora però la gente si è stancata di questo tipo di politica, poco incisiva, timida, con la paura di un aumento delle tasse proprio ora che non ce n'è alcun bisogno. Obama ha insegnato che se si ha un progetto valido vale la pena rischiare, fare proposte innovative, futuribili. Le sue promesse sui temi della sanità e dell'ambiente, oltre che di un cambio di rotta sulla politica estera, hanno ammaliato tanto gli americani quanto gli europei, segno che anche qui c'è la possibilità di battere le destre, se si avesse un programma valido.
Per l'Italia e per il PD questo dovrebbe essere proprio il momento di discutere di cosa non è andato bene sin'ora, capire perchè e come fare per costruire un partito che abbia appeal verso gli elettori. Purtroppo (per noi elettori, chiaramente) ci si sta perdendo nei meandri della partitocrazia, ancora una volta. I baroni delle tessere decidono chi è il favorito del congresso, le sezioni seguono come un sol uomo ciò che comanda il caposezione (alla faccia della democrazia), anche i candidati su cui c'era un pò più di simpatia da parte degli "esterni" come me, rifiutano l'appoggio di una lista troppo scomoda come quella di Flores d'Arcais (forse perchè troppo vicina al sentir comune) in nome della convenienza.
Insomma, ancora una volta il PD partorirà il nulla, se non il peggio. Ancora una volta otterrà voti solamente in funzione di contrasto a Berlusconi. La discussione più interessante di questo pre congresso sembrano essere da una parte le alleanze (IDV, UDC, comunisti o nessuno? Arduo problema) dall'altra il livello di laicità compatibile con gli umori degli integralisti democratici (al secolo Binetti, Rutelli e company).
Io sono convinto che il PD, ma anche la sinistra europea, debba reinventare il welfare state, adattarlo al mondo del lavoro odierno, ovvero far si che sia flessibile e propositivo, non assistenziale e frenante per lo sviluppo del paese.
Bisogna inoltre che ci si impegni per proteggere ed aumentare le libertà individuali, come ad esempio il testamento biologico. Non si può, secondo me, proteggere la cultura cattolica e al contempo essere di sinistra. C'è bisogno di una scelta.
Bisogna inoltre studiare un progetto di paese, in modo da coniugare i bisogni dei lavoratori (più sicurezza, stipendi più alti, protezione dal precariato) con quelli degli imprenditori (mercato più libero, meno corporazioni, meno tasse sulle imprese, meno burocrazia, meno corruzione, valorizzazione del merito, miglioramento della rete dei trasporti), oltre che quelli della collettività (rispetto del territorio, necessità di una maggior onestà da parte dei cittadini, riduzione della differenza tra costo di produzione e costo di acquisto, specialmente di alcuni prodotti alimentari).
Bisogna inoltre impegnarsi per aiutare i più deboli, precari, madri single, famiglie numerose, pensionati, tutti coloro che fanno fatica a vivere con i redditi attuali.
E' fondamentale inoltre che la sinistra si impegni seriamente nel piano della legalità, cominciando ad eliminare tutti quei figuri poco trasparenti che ancor oggi figurano negli organigrammi di tutti i partiti, IdV compresa. Non sarebbe sgradito nemmeno un piano sociale per valorizzare il merito, sia sul lavoro che nell'istruzione che nell'economia in generale. Legalità e meritocrazia sono fondamentali, secondo me, per contare su una società equa e virtuosa.
In sostanza, la sinistra deve lavorare per il futuro, questo dev'essere il progressismo.
Il liberismo incontrollato del passato, è vero, ha sopraffatto il welfare state, ma si è rivelato un fuoco violento che ha lasciato dietro di se solo la cenere che ben sappiamo.
Il welfare state è si costoso ma, se applicato assieme a un libero mercato più umano, finalizzato non al maxiprofitto ma alla sostenibilità della società, può dare delle certezze, dei paracadute che sono innegabilmente molto importanti psicologicamente. Darebbero inoltre la possibilità di sviluppare più talenti, in vari settori oltre a quello prettamente lavorativo, migliorando la vita di molte persone.
Il presidente Sarkozy, ad esempio, ha commissionato a un pool di esperti un indice che sostituisca il PIL, prendendo in considerazione non solo la produttività e la ricchezza, ma anche l'istruzione, la salute, l'informazione, la criminalità di un paese. E in base alle prime stime pare che la Danimarca, paese modello a mio avviso, sia ai vertici di queste classifiche.
I danesi infatti sono riusciti a coniugare welfare state e meritocrazia, creando una sinergia che fa si che i migliori vadano comunque avanti, avendo però anche il tempo per migliorarsi anche come persone e individui, non solamente come lavoratori. Ecco, io penso che il PD debba andare in questa direzione, se vuol resuscitare e dare una speranza all'elettorato di sinistra. Ma temo che la forza dell'apparato, la timidezza dei suoi dirigenti, gli interessi indicibili che stanno dietro a tanti silenzi e tanti tradimenti alla fine prevarranno. Come sempre.
Aspetteremo, dunque, un nuovo salvatore. Ne abbiamo già visti due, ci è andata male. Aspetteremo anche il terzo per cambiare registro o ce la faremo prima?

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