venerdì 16 ottobre 2009

Giustizia leghista, economia tremontiana, opposizione in saldo

Il presidente Fini sembra aver parato il primo colpo della temutissima (da chi tiene alla legalità e al controllo del potere politico-economico) riforma della giustizia: no ai pm sottoposti all'esecutivo. Questo certamente non è decisivo, in quanto vi sono anche altri sistemi per controllare e mettere il guinzaglio ai pm.

La trovata più divertente di tutte però, e dico divertente proprio perchè le proposte berlusconiste secondo me sono pericolose, è quella della Lega Nord, ovvero di passare da una selezione dei giudici attraverso un concorso pubblico a una selezione elettiva. Il mio dubbio però è semplice: la giustizia deve essere fatta dal giudice più simpatico o da quello favorito da qualche partito o, piuttosto, dal giudice che è maggiormente preparato e che meglio conosce la legge? Con questa trovata della Lega il merito andrebbe davvero a farsi benedire, incrementando la famosa politicizzazione dei giudici, i quali già ora sono divisi in varie correnti a causa del CSM, figurarsi se debbono pure farsi la campagna elettorale per diventare pm. Con magari dei giudici del PD e PdL, completamente ignoranti in materia di legge, ma molto proni ai voleri e agli interessi del partito di riferimento.

La Lega sostiene questa tesi in quanto, dicono, il potere giudiziario è l'unico a non aver avuto la legittimazione popolare. Io ormai sono stufo di questa glorificazione e santificazione del volere popolare, come se il popolo fosse capace di scegliere i migliori e i più meritevoli. Infine mi chiedo perchè il potere giudiziario abbia bisogno di essere legittimato dal popolo. Il popolo sceglie il potere legislativo, ovvero chi fa le leggi. L'applicazione delle stesse è poi una cosa quasi automatica, ed è meglio che la faccia chi conosce bene la legge, non chi conosce bene i parlamentari.

I leghisti poi si vantano, e non poco, di aver ridotto le tasse, quando questa è una falsità immane, in quanto le tasse rispetto all'epoca di Prodi, sono addirittura aumentate, anche se di poco. Quelli che sono calati o peggiorati invece sono i servizi pubblici, alla faccia delle promesse di Gelmini e Brunetta, secondo i quali bastava tagliare indiscriminatamente per avere dei servizi migliori, quando invece sarebbe servito ben altro, come ad esempio una seria riforma del pubblico impiego.

L'Italia inoltre aveva già un PIL più basso rispetto a quelli degli altri paesi dell'occidente, dunque sarebbe normale se il nostro paese registrasse un calo del PIL minore rispetto a quello di Germania, USA, Gran Bretagna che ce l'avevano più altro del nostro o anche della Spagna, che era in crescita (dunque non aveva ancora trovato una stabilità economica). La realtà dei fatti però è che il nostro PIL è calato molto di più rispetto al previsto, registrando uno dei risultati peggiori in Europa. In questa crisi, al di là della propaganda del governo, non è affatto vero che ci stiamo salvando, e i frequenti allarmi della Banca d'Italia direi che sono un allarme già sufficiente, da recepire subito, per evitare brutte sorprese in futuro.

La disoccupazione nei prossimi mesi aumenterà pericolosamente e non sarà facile per il governo controllare questo fenomeno. Speriamo che i proventi del riciclo di denaro sporco di Stato (chiamato altrimento "scudo fiscale") siano sufficienti per reggere durante i prossimi mesi. Altrimenti il governo e in particolare Tremonti potrebbero prendere in considerazione l'idea di attuare una lotta all'evasione fiscale, la quale oltre che illegale è anche immorale, oppure tentare di velocizzare la confisca dei beni mafiosi, in quanto tra sequestro e confisca passano oltre 10 anni di attesa e non tutti i beni sequestrati vengono poi confiscati. Inoltre credo che solo vedere che lo Stato ha deciso di agire in questo senso causerà un aumento delle entrate, che darebbero più giustizia sociale e più risorse da distribuire.

I politici mi pare che discutano ben poco di questi argomenti, preferendo concentrarsi sull'attacco o la difesa della persona di Berlusconi, aumentandone così l'ego e la sua percezione di essere lui stesso lo Stato. Gli elettori hanno votato la destra, e la destra deve governare questo paese, sopratutto lo deve governare nell'interesse dei cittadini e non nell'interesse di Mediaset e della famiglia di riferimento di quest'azienda. Ma l'opposizione avrà pure il diritto di criticare l'azione del governo, per il bene dell'Italia? Compreso il presidente del Consiglio, se lo ritiene inadatto? E' un diritto o no? Le figuracce di Berlusconi, con le puttane e le sentenze che lo ritengono corresponsabile di corruzione non sono invenzioni della sinistra, bensì dei fatti reali, notizie che ogni giornale ha il dovere di dare. E che l'opposizione è libera di sfruttare se ritiene di poterle usare per delegittimare un premier ritenuto ovunque incapace di governare l'Italia. E' lui che sputtana l'Italia con i suoi comportamenti e con la sua incompetenza. Quello che si chiede alla destra dunque è di cambiare il proprio leader di governo, non di abdicare al governo. A meno che la destra esista solamente nella persona di Berlusconi.

Nessun commento:

Posta un commento

Lettori fissi